ANTONIO TABUCCHI
Il 25 marzo 2012 ci ha lasciato lo scrittore italiano Antonio Tabucchi. Nato a Pisa. il 24 settembre 1943, Antonio Tabucchi viene allevato nella casa dei nonni materni a Vecchiano, un borgo nelle vicinanze della città toscana. Durante gli anni dell’università, intraprende numerosi viaggi in Europa, sulle tracce degli autori incontrati nella ricca biblioteca dello zio materno.
Al ritorno da uno di questi viaggi a Parigi, trova su una bancarella nei pressi della Gare de Lyon, firmato con il nome di Alvaro de Campos, uno degli eteronimi del poeta portoghese Fernando Pessoa (1888-1935) il poema Tabacaria. Dalle pagine di questo libercolo ricava l'intuizione di quello che sarà per più vent'anni l’interesse principale della sua vita.Ha tradotto in italiano molte delle opere di Fernando Pessoa, ha scritto un libro di saggi e una commedia teatrale su questo grande scrittore.Nel 1973 scrive il suo primo romanzo, Piazza d'Italia (Bompiani 1975)
Il 1994 è un anno molto importante nella vita di Antonio Tabucchi. E’ l’anno de Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa (Sellerio), ma soprattutto del romanzo per il quale è diventato maggiormente conosciuto: Sostiene Pereira (Feltrinelli), vincitore del Premio Super Campiello, del Premio Scanno e dl Premio Jean Monnet per la Letteratura Europea. Il protagonista di questo romanzo diventa il simbolo della difesa della libertà d'informazione per gli oppositori politici di tutti i regimi antidemocratici. In Italia, durante la campagna elettorale, intorno a questo libro si aggrega l’opposizione contro il controverso magnate della comunicazione Silvio Berlusconi. Il regista Roberto Faenza ne trae il film omonimo (1995) in cui affida a Marcello Mastroianni la parte di Pereira e a Daniel Auteil la parte del dottor Cardoso.
Lisbona è la città in cui viveva scrivendo per sei mesi all’anno, insieme alla moglie, che vi è nata, e ai figli: un maschio e una femmina. Passava il resto dell’anno in Toscana, e insegnava Letteratura all’Università di Siena. Tabucchi infatti, si considerava scrittore solo in un senso ontologico, perché dal punto di vista esistenziale era felice di potersi definire “professore universitario”. La Letteratura per Tabucchi non era una professione, «ma qualcosa che coinvolge i desideri, i sogni e la fantasia». (Antonio Tabucchi, un dubitatore impegnato. Intervista di Asbel Lopez).
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