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giovedì 13 febbraio 2014

Il congiuntivo passato



1. Il CONGIUNTIVO IMPERFETTO
 La prima persona singolare dell'indicativo imperfetto ci aiuta a costruire le forme del congiuntivo imperfetto, infatti abbiamo: bere- bevevo-- bevessi/ dire-dicevo--dicessi/ fare-facevo--facessi
Fanno eccezione i verbi: essere (fossi) dare (dessi) e stare (stessi)

cantare vedere
che io cantassi che io vedessi
che tu cantassi che tu vedessi
che lui, lei cantasse che lui, lei vedesse
che noi cantassimo che noi vedessimo
che voi cantaste che voi vedeste
che loro cantassero che loro vedessero
sentire finire
che io sentissi che io finissi
che tu sentissi che tu finissi
che lui, lei sentisse che lui, lei finisse
che noi sentissimo che noi finissimo
che voi sentiste che voi finiste
che loro sentissero che loro finissero
 Essere e Avere
essere avere
che io fossi che io avessi
che tu fossi che tu avessi
che lui, lei fosse che lui, lei avesse
che noi fossimo che noi avessimo
che voi foste che voi aveste
che loro fossero che loro avessero
La prima e la seconda persona singolare sono uguali, per farsi capire è meglio scrivere il soggetto.

Per esempio nella frase: "Marco si chiedeva perché non potessi venire", non si capisce se si intende "tu" o "io", quindi è necessario scrivere "Mario si chiedeva perché tu non potessi venire".

USO DEL CONGIUNTIVO IMPERFETTO
Il tempo imperfetto del congiuntivo si usa per esprimere contemporaneità rispetto al verbo principale, se il verbo della frase principale è all’indicativo passato prossimo o imperfetto, oppure se si ha un verbo che esprime desiderio o volontà al condizionale presente o passato.


Alcuni esempi:
- se il verbo della frase principale è all’indicativo passato prossimo:
• ho desiderato (ieri) che tu ieri sera venissi → contemporaneità;

- se il verbo della principale è all’indicativo imperfetto:
• desideravo (ieri) che tu ieri venissi  → contemporaneità;
- se il verbo della frase principale è al condizionale presente:
• vorrei (oggi) che tu oggi venissi → contemporaneità;

• vorrei (oggi) che tu domani venissi → poteriorità;
- se il verbo della principale è al condizionale passato:
• avrei voluto (ieri) che tu ieri venissi → contemporaneità;

• avrei voluto (ieri) che tu oggi venissi → posteriorità.


 2. Il Congiuntivo trapassato

Il congiuntivo trapassato si coniuga combinando le forme del congiuntivo imperfetto degli ausiliari essere e avere con il participio passato del verbo:

comprare vendere uscire
io avessi comprato io avessi venduto io fossi uscito-a
tu avessi comprato tu avessi venduto tu fossi uscito-a
lui-lei avesse comprato lui-lei avesse venduto lui-lei fosse uscito-a
noi avessimo comprato noi avessimo venduto noi fossimo usciti-e
voi aveste comprato voi aveste venduto voi foste usciti-e
loro avessero comprato loro avessero venduto loro fossero usciti-e

essere avere
io fossi stato-a io avessi avuto
tu fossi stato-a tu avessi avuto
lui-lei fosse stato-a lui-lei avesse avuto
noi fossimo stati-e noi avessimo avuto
voi foste stati-e voi aveste avuto
loro fossero stati-e loro avessero avuto

 USO DEL CONGIUNTIVO TRAPASSATO
Il congiuntivo trapassato di solito viene usato nelle frasi secondarie introdotte da forme verbali al passato di verbi che vogliono il congiuntivo come credere, pensare, sperare, ecc., viene usato per esprimere anteriorità rispetto al momento indicato dal verbo della principale.
Il verbo della principale può essere:
all’imperfetto: volevo (ieri) che tu fossi arrivato (prima di ieri) in tempo;
• al passato prossimo: ho creduto (ieri) che loro fossero già partiti (prima di ieri);
• al passato remoto: pensai (ieri) che lei si fosse offesa (prima di ieri);
• al trapassato prossimo: non avevo pensato (ieri) che tu avessi finito (prima di ieri);
• al condizionale passato: avrei voluto (ieri) che voi vi foste incontrati (prima di ieri) prima.
Possiamo trovare il congiuntivo trapassato anche in una subordinata retta da un verbo al condizinale presente:
• vorrei (oggi) che loro avessero letto (prima di oggi) questo libro.
Il congiuntivo trapassato si usa anche nelle subordinate introdotte da congiunzioni come:
senza che: Marco è venuto senza che nessuno lo avesse invitato;
nonostante: avevo paura dell’esame nonostante avessi studiato molto;
malgrado: malgrado tutti fossimo arrivati in orario, lo spettacolo cominciò dopo più di un’ora;
a meno che: non sarei mai venuto alla festa, a meno che tu non mi avessi invitato;
a condizione che: abbiamo fatto entrare tutti alla festa a condizione che fossero vestiti in maschera.
Anche in questi casi la frase principale ha il verbo al passato.


3. La concordanza dei tempi con il Congiuntivo

FRASE PRINCIPALE FRASE SUBORDINATA RAPPORTO TEMPORALE
preferirei che
avrei preferito che
…tu fossi stato sincero
(congiuntivo trapassato)
anteriorità
preferirei che
avrei preferito che
 …tu fossi sincero
(congiuntivo imperfetto)
contemporaneità
preferirei che
avrei preferito che
 …tu fossi sincero
(congiuntivo imperfetto)
posteriorità
Facciamo qualche altro esempio:
Vorrei che tu studiassi di più → congiuntivo imperfettocontemporaneità e posteriorità.
Vorrei che tu avessi studiato di più → congiuntivo trapassatoanteriorità.
Avrei voluto che studiassi di più congiuntivo imperfettocontemporaneità e posteriorità.
Avrei voluto che tu avessi studiato di più → congiuntivo trapassato anteriorità.

Ora vi propongo una breve lettura, un dialogo, in cui troverete parecchie concordanze sia con l’indicativo sia con il congiuntivo; ogni volta che le incontrate provate a valutare se esprimono un rapporto di anteriorità, contemporaneità o posteriorità.
Maria: Sono le otto passate e Luca non è ancora arrivato; credo proprio che si sia dimenticato della cena di stasera e che omai non venga più.
Alex: Non credo. Ho parlato con lui ieri pomeriggio e mi ha detto che lo avevi invitato e che ci saremmo visti a casa tua. Sono sicuro che ha dovuto trattenersi al lavoro più a lungo del previsto. Vedrai che sarà qui a momenti.
Maria: Ho i miei dubbi: anch’io pensavo che fosse ancora al lavoro, ma poco fa gli ho dato un colpo di telefono e un suo collega mi ha detto che era appena uscito per andare in centro. È poco probabile che lo vedremo qui stasera, perciò preferirei che ci mettessimo a tavola.
Alex: Ma no, aspettiamolo ancora un po’. Sono certo che ha avuto un contrattempo e che sta per arrivare. Hanno suonato, dev’essere lui!
Luca: Scusate, mi dispiace di essere così in ritardo, spero che abbiate già cominciato a mangiare.
Maria: No, ti abbiamo aspettato, ma dove sei stato? Perché non ci hai avvertito del tuo ritardo?
Luca: Sono stato davvero maleducato, ma ti assicuro che non è stata colpa mia: ho incontrato un mio vecchio amico che non vedevo da molti anni. Dopo che ero uscito dall’ufficio sono andato in pasticceria per comprare un dolce e, quando l’ho visto, anche se sapevo che era tardi, non ho potuto fare a meno di fermarmi e fare due chiacchere con lui. Quando poi sono risalito in macchina mi sono accorto che avevo dimenticato il dolce!
Maria: Non cambierai mai! Per questa volta ti perdono, ma ora andiamo a tavola.
  

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